Versilia, i dati Avis: donazioni di sangue plasma in calo del 7%

Versilia, i dati Avis: donazioni di sangue plasma in calo del 7%

La presidente toscana Claudia Firenze: “Si è fatta sentire l’onda lunga della pandemia, ma la carenza di sangue è una sconfitta per l’intera società”

Viareggio, 26 maggio 2022 – La Versilia ha chiuso il 2021 con il segno meno per quanto riguarda la raccolta di sangue, plasma e multicomponenti. In questo caso, però, il calo del totale delle donazioni, che si attesta sul 7%, è il secondo peggiore della Toscana, dietro alla provincia di Prato (-7,8%). Lo riportano i dati relativi allo scorso anno, illustrati dalla presidente di Avis Toscana Claudia Firenze in occasione dell’assemblea regionale dell’associazione all’Hotel Borgo Palace di Sansepolcro (Arezzo).

Un risultato in cui pesano gli effetti a lungo termine della pandemia, mitigati solo dall’impegno sinergico di Avis, delle istituzioni, dei trasfusionisti e delle altre associazioni del dono. Numeri in calo in tutta la regione, influenzati da diversi fattori, dalla campagna vaccinale alle varie ondate del virus, dalla riduzione degli orari dei centri trasfusionali fino al calo del personale sanitario e alla ridotta promozione. In Versilia rispetto al 2020 le donazioni sono diminuite di 299 unità (-7,08%) passando da 4221 alle 3922 del 2021.

A reggere i colpi inferti dal Covid è stata la raccolta di sangue intero, calata del 2,2% (58 unità in meno, da 2624 a 2566) rispetto al 2020. In Versilia, la decrescita maggiore si è verificata nella raccolta del plasma, in calo in tutta la Toscana, sceso di 213 donazioni (-15,3%), da 1396 alle 1183 del 2021. Con il segno meno anche quella dei multicomponenti: -14% (-28 unità) passando da 201 a 173.

Il totale dei soci donatori è di 2147, di cui 1719 attivi nel 2021. Tra i nuovi soci si sono registrati 108 uomini e 98 donne (per un totale di 206), di cui il 27% (55  nuovi soci) è relativo alla fascia d’età più giovane, quella tra i 18 e i 25 anni.

Questo risultato sarebbe probabilmente stato ancora peggiore se le Avis di Viareggio e della Versilia tutta non avessero messo in campo tantissime iniziative, specie in un periodo difficile come quello della scorsa estate o ancora con il progetto di Capitan Avis che proprio in Versilia sta vivendo la sua sperimentazione nelle scuole. Di recente si è svolto l’incontro territoriale tra Avis Toscana e le Avis comunali e forte è la volontà di impegnarsi ancora di più.

Nel 2021 dai donatori di sangue toscani di Avis sono state effettuate 82 mila donazioni di sangue intero (il 74%), 25600 di plasma e oltre 3000 di multicomponenti. Se il dato relativo al sangue è in crescita del 2% (2000 donazioni in più), il plasma è sceso del 12%, con 3400 prelievi in meno. Nell’Area Vasta Nord Ovest la maggioranza delle sedi Avis ha presentato un andamento negativo, con la Versilia e la provincia di Massa Carrara che hanno fatto registrare le contrazioni maggiori. Le province di Livorno e Pisa, invece, hanno registrato una diminuzione più contenuta. Fa eccezione Lucca, che continua a crescere pure nel 2021 realizzando il 5,8% in più di donazioni

“Anche in Versilia, come nella maggior parte della Toscana, si registrano risultati e numeri negativi per il 2021 sia in termini di donazioni che di donatori, così come si è ridotto il numero dei nuovi soci – commenta la presidente di Avis Toscana, Claudia Firenze –  ma grazie a un impegno enorme da parte di tutti, associazioni, trasfusionisti e istituzioni, abbiamo evitato una crisi ben peggiore e adesso siamo pronti a rilanciare la raccolta del sangue e del plasma”.

“La carenza di sangue e dei suoi derivati – conclude – è una sconfitta per l’intera società, donare significa salvare delle vite. Da un lato potenzieremo la campagna di sensibilizzazione, in un’estate che si preannuncia più serena della precedente, sfruttando ogni mezzo possibile, dall’altro dovrà aumentare l’efficienza del sistema trasfusionale così da non disperdere gli sforzi dei donatori. Un dato che mi ha fatto piacere è la crescita a livello regionale delle donatrici nella fascia 18-25 anni, in controtendenza rispetto a ciò che riscontriamo nei più adulti e che ci fa ben sperare per il futuro”.